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Stamane sciopero nazionale di medici e infermieri: visite ed esami a rischio

Diredazione SB

Nov 20, 2024

Stamane, medici e infermieri di tutta Italia incroceranno le braccia per uno sciopero nazionale, indetto dalle principali sigle sindacali del settore. L’iniziativa coinvolgerà il personale medico, veterinario, sanitario, tecnico e amministrativo delle aziende e enti del Servizio sanitario nazionale (Ssn), incluso il personale infermieristico e altre professioni sanitarie.

Durante le 24 ore di sciopero saranno garantiti i servizi di emergenza e di pronto soccorso, ma molte attività ambulatoriali e visite programmate potrebbero subire rinvii o cancellazioni. I cittadini sono invitati a informarsi presso le strutture sanitarie per eventuali riprogrammazioni, poiché l’adesione allo sciopero potrebbe limitare la disponibilità di esami diagnostici e visite specialistiche.

Le ragioni dello sciopero

Lo sciopero è stato proclamato subito dopo il varo della Legge di Bilancio, che prevede aumenti salariali, ritenuti “insufficienti“ dai sindacati del settore.

Attualmente, i medici italiani, in particolare i giovani specializzandi, ricevono stipendi tra i più bassi d’Europa. Uno studio della Federazione europea dei medici salariati (FEMS) colloca i medici italiani al quint’ultimo posto rispetto ai colleghi di 21 paesi europei. Anche i professionisti in carriera vedono compensi inferiori alla media europea, con qualche miglioramento solo per chi ha oltre 25 anni di esperienza.

Secondo i sindacati, la situazione richiede un “cambio di rotta immediato”. Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati medici Anaao, Cimo e dal sindacato degli infermieri Nursing Up. Il testo della Legge di Bilancio per il 2025, hanno spiegato i sindacati, “conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi”.

Indennità e aumenti previsti

Gli aumenti salariali previsti nella manovra sono stati giudicati insufficienti. “La manovra – hanno spiegato i sindacati – prevede un aumento dell’indennità di specificità medica sanitaria di 17 euro nette per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari per il 2025, 115 euro nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero per il 2025 circa 7 euro e per il 2026 circa 80 euro, e non va meglio per le altre professioni sanitarie“.

“Peraltro – precisano i sindacati – si parla di risorse  legate, per la maggior parte, a un contratto la cui discussione inizierà solo tra almeno due anni, e che arriveranno nelle tasche degli interessati chissà quando. Insomma in sostanza briciole che offendono l’intera categoria“. 

Anelli: “Personale esasperato da mancanza di risorse”

“Lo sciopero di oggi è il frutto dell’esasperazione dei medici, che chiedono da almeno tre anni un’attenzione nei confronti delle professioni sanitarie“. Lo ha riferito in una nota il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli.

“Già nel 2021 – ha aggiunto Anelli – abbiamo posto il tema alla politica. Era il tempo del Pnrr, che aveva investito 15 miliardi sulle strutture e infrastrutture; ma non c’era stata la stessa attenzione verso i professionisti, che pure, con il loro impegno e i loro sacrifici, avevano traghettato il Paese fuori dalla pandemia. Abbiamo parlato di Questione medica, proprio perché senza il sostegno dei professionisti sono messi in discussione i servizi, le prestazioni“.

“È quello che accade anche oggi – ha continuato Anelli – con l’abbandono del Ssn da parte dei professionisti, che trovano condizioni di lavoro più favorevoli, per organizzazione prima ancora che per remunerazione, all’estero o nel privato. O che – stremati da burnout, stress professionale, carenze di organico e organizzative, violenze gratuite e inaccettabili, denunce ingiuste – scelgono il prepensionamento o la libera professione”.

“Lo sciopero, le proteste rappresentano il picco, la punta massima di questa esasperazione, cui – ha concluso Filippo Anelli – non si riesce a trovare una soluzione. Occorre ora un segnale forte da parte del Governo che, privilegiando la sanità tra le priorità su cui intervenire, dia una risposta non solo ai suoi lavoratori, ai professionisti, ma a tutti i cittadini“.

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