Il Governo, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha posto la questione di fiducia alla Camera sul decreto legge contenente disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico e anche norme per il processo penale e in materia di sport, nel testo approvato dalla commissione.
In base alle intese tra i Gruppi parlamentari, la votazione è prevista per lunedì a Montecitorio e si pone l’obiettivo di accelerare l’operatività della società Stretto di Messina e rispettare il cronoprogramma per avviare i cantieri del collegamento tra Sicilia e Calabria.
La richiesta
“Chiarire le modalità di approvazione degli atti aggiuntivi alla convenzione di concessione; aggiornare le modalità di approvazione del progetto esecutivo; esplicitare che il costo del progetto deve comunque risultare coerente con le risorse disponibili a legislazione vigente; chiarire alcuni profili relativi alla variazione dei prezzi; prevedere che la quantificazione dell’importo aggiornato del contratto con il Contraente generale sia sottoposto ad asseverazione da parte di uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale”.
E ancora “precisare che l’approvazione, da parte del Cipess, delle osservazioni, richieste e prescrizioni acquisite nella Conferenza di servizi e ritenute assentibili dal ministero dei Trasporti, delle eventuali prescrizioni formulate all’esito del procedimento di Valutazione d’impatto ambientale, del progetto definitivo e di altri documenti dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2024; specificare che la società concessionaria può avvalersi di distacchi di personale da parte delle società del Gruppo Ferrovie dello Stato”.
Le novità
Sono diverse le misure riguardanti il ponte sullo Stretto inserite nel Decreto Infrastrutture. A spiccare, la norma che consente la possibilità di approvazione del progetto in fasi costruttive, con un aggiornamento dei costi coerente con le risorse disponibili. Tradotto: la Stretto di Messina potrà procedere con più tempo a disposizione per ultimare l’opera, bypassando il vincolo del 31 luglio 2024 come data ultima entro la quale presentare il progetto definitivo, che vedrà invece la luce al Mit solo il prossimo settembre.
Poi la commissione VIA – VAS, rinnovata proprio la scorsa settimana al Ministero dell’Ambiente (LINK), avrà a disposizione altri trenta giorni di tempo per valutare se siano presenti o meno tutte le integrazioni documentali richieste alla società romana, con la Stretto di Messina che per formularle aveva richiesto 120 giorni di tempo in più della precedente scadenza.
Soltanto in seguito e quindi a ottobre inoltrato si potrà pensare di parlare dell’approvazione del progetto esecutivo e di altri documenti da parte del Cipess, l’organismo interministeriale, che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2024. Nel caso in cui tutti questi passaggi dovessero trovare accoglimento, e le intenzioni del governo lasciano presagire che questo possa verificarsi, la Stretto di Messina avrà a quel punto altri dieci mesi di tempo per produrre il progetto esecutivo. Sul passaggio politico voluto in particolare dal ministro Matteo Salvini, la Stretto di Messina ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
Un’importante novità riguarda poi le procedure di esproprio. Entro trenta giorni dalla dichiarazione di pubblica utilità, la società “Stretto di Messina” o il Contraente generale potranno stipulare atti di cessione con i proprietari delle unità immobiliari coinvolte, molti dei quali si sono già rivolti però ai propri legali. La battaglia dei no ponte continua attraverso i Comitati nonostante l’indennità per gli espropriandi sarà maggiorata del 15% del valore venale dell’immobile.Serrato in questi giorni il dibattito sul tema a Montecitorio arrivato mentre il Paese e il sud in particolare è alle prese con i problemi della siccità e dei trasporti con chiusure e disagi per i lavori sulle ferrovie e iintoppi nei voli.
Alifano in Aula: “Un decreto fuffa davanti al caos trasporti e alla crisi idrica“
Gli attacchi più duri sono arrivati da Avs, Pd e M5Stelle. “Non riusciamo più ad ascoltare la propaganda di Salvini sulle infrastrutture nel Sud, soprattutto in questi giorni in cui stazioni, aeroporti e porti vedono migliaia di passeggeri buttati per terra, esausti per ritardi, soppressioni, disagi, disguidi – ha detto la deputata del M5S, Enrica Alifano, intervenendo in discussione generale sul dl Infrastrutture – È surreale e vedere che oggi in quest’Aula parlamentare discutiamo di un decreto Infrastrutture che non ha nemmeno una riga dedicata alla crisi idrica, mentre là fuori ci sono migliaia di famiglie che non possono cucinare e lavarsi perché non hanno acqua. Insomma, questo è l’ennesimo decreto fuffa, signora Presidente, portato in quest’Aula da un Governo che oramai sembra vacillare sempre più, perché non ha una visione per l’intero Paese – conclude Alifano – Non sono più tollerabili le continue prese in giro di questo Governo nei confronti del Sud. È meglio togliere la maschera su questa barzelletta del ponte sullo Stretto, che è uno dei tanti tasselli che dimostra proprio la scarsa serietà del Governo verso il Meridione”.
Comitato No Ponte: ”Voto di fiducia sul decreto Infrastrutture? Ennesimo atto di prepotenza”
E sulla questione espropri e il decreto infrastrutture anche la nota del Comitato No Ponte: “Ma perché gli espropriandi dovrebbero presentarsi davanti all’inutile e tardiva commissione comunale ponte, visto che proprio in queste ore il Parlamento sta approvando l’ennesima forzatura legislativa nelle procedure di approvazione del progetto del Ponte sullo Stretto sulla pelle dei cittadini e degli espropriandi? Nel dibattito parlamentare per la conversione in legge del DL infrastrutture infatti sono stati presentati ulteriori emendamenti dalla maggioranza di centrodestra a conferma delle difficoltà che il movimento Noponte ha creato in questi mesi al governo ma anche il segno della spregiudicatezza con la quale si procede per recuperare il tempo perduto”.