Uno studio proverebbe l’origine siracusana dei Bronzi di Riace, secondo un gruppo di ricerca coordinato da Anselmo Madeddu, esperto di storia e bronzistica greca, e Rosolino Cirrincione, direttore del dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’università di Catania, e composto da un’équipe dell’ateneo catanese e dell’università di Ferrara.
Madeddu, autore del libro, “Il Re Nudo e i suoi fratelli” lanciò l’ipotesi che i bronzi appartenessero al gruppo scultoreo di “Gelone che depone le armi”, un celebre capolavoro dell’antichità descritto da almeno 5 autori: Diodoro Siculo, Polieno, Claudio Eliano, Plutarco e Dione Crisostomo. Già nel lontano 1988 il famoso archeologo americano Ross Holloway con la sua pubblicazione dal titolo “I Bronzi di Riace sono siciliani?” fu il primo ad ipotizzare questa origine tutta siciliana.
“Sul finire degli ottanta Ross Holloway – racconta Madeddu – raccolse alcune testimonianze secondo cui i bronzi di Riace furono scoperti lungo la costa ionica siciliana da alcuni sommozzatori che avrebbero voluto venderli al mercato clandestino. Tuttavia a seguito di una fuga di notizie e per sfuggire ai controlli, braccati dalla Guardia di Finanza, li avrebbero trasportati via mare lontano dalla Sicilia, e depositati al largo di Riace, in un tratto di mare ritenuto poco frequentato, per poter poi completare l’operazione di recupero in un secondo momento, lontano da occhi indiscreti. Ma pochi giorni dopo, per loro sfortuna, un turista romano, casualmente in vacanza a Riace, notò le allora tre statue e le segnalò subito ai carabinieri”.
I Bronzi di Riace, sono oggi uno dei più grandi tesori archeologici dell’antica Grecia. Considerate due dei capolavori più pregevoli e affascinanti dell’antica scultura greca che sempre destano meraviglia nel mondo dell’arte e dell’archeologia. Le statue sono detenute in ottimo stato di conservazione, con tutti i dettagli finemente scolpiti e le armature riccamente decorate. Rappresentano due guerrieri completamente nudi, in atteggiamento fiero e maestoso, armati di spada e lancia.
I Bronzi di Riace sono, ancora oggi, un vero e proprio enigma per gli studiosi di tutto il mondo. Il recente ritrovamento del presunto occhio di uno dei due bronzi di Riace ha reso nuovamente attuale il dibattito sulla loro origine. L’identità dei guerrieri rimane sconosciuta e nonostante i diversi tentativi di risalire alla loro provenienza e storia ancora non si è arrivati ad una opinione univoca da parte della comunità storica. Ciò che è certo è che i Bronzi di Riace sono un eccezionale esempio di abilità tecnico-artistica degli antichi scultori greci. Le statue che sono state oggetto di restauro sono oggi esposte in due apposite sale al Museo Nazionale della Magna Grecia a Reggio Calabria, dove attirano migliaia e migliaia di visitatori.
Gli studiosi hanno confrontato le caratteristiche geochimiche delle terre trovate nelle saldature con quelle di diversi campioni prelevati in una specifica area del territorio siracusano, riscontrando una sorprendente corrispondenza di valori.
Le saldature sono indicative del luogo di definitiva collocazione dei Bronzi, i cui pezzi, al tempo della loro realizzazione, furono saldati dove vennero esposti. I risultati dello studio saranno illustrati dai ricercatori giovedì prossimo, alle 11, in un noto Hotel, a Siracusa.