“C’è una Regione, la Sicilia, che ha avuto la iattura di avere lo Statuto speciale. Perché? Perché spende pro capite quanto la Lombardia ma le persone devono aspettare 8 mesi per una biopsia. Quella roba va levata, ci vogliono i poteri sostitutivi”.
Non va per il sottile, come sua abitudine, Carlo Calenda: e non lo ha fatto neanche durante il suo discorso introduttivo al congresso di Azione a Roma.
“La sanità non va più gestita dalle regioni, vanno levate le competenze a chi ha dimostrato di non saperla gestire strutturalmente“, ha detto ribadendo un concetto già più volte espresso in passato. “In Sicilia c’è un feudalesimo che va distrutto”.
“Il 35% della popolazione italiana sarebbe favorevole alla chiusura del Parlamento, in favore di un “uomo forte” alla guida del governo. Il dato sale al 52% fra i giovani fino ai 34 anni. Se esiste un pericolo autoritario in Italia è questo qui”, ha aggiunto Calenda.
“E sapete da cosa deriva? Dal fatto che la politica, da trent’anni, è alla deriva, in balia dell’anarchia dei veti incrociati. Si ha il terrore di prendere la benché minima decisione perché in essa scorgiamo la rinascita di uno stato autocratico, non capendo che proprio in questo modo prepariamo l’avvento di un’autocrazia. Le democrazie cadono quando non decidono. Il ruolo di Azione, il nostro compito è quello di contribuire a trasformarci in una democrazia decidente. Altrimenti il rischio è quello di perderla. L’astensionismo si trasformerà in rabbia e la rabbia muoverà contro tutte le istituzioni democratiche“.
“E’ chiaro che Calenda non conosce il senso dello Statuto Siciliano che tanti anni è stato abusato e usurpato da certa politica siciliana. Ma il nostro Statuto rappresenta la vittoria di un popolo siciliano messo all’angolo dal governo centrale. Chiedere di abolirlo è un obrobio assoluto. Piuttosto, va applicato lo Statuto siciliano, non perché non è utilizzato bene allora va abolito. Esso racconta che questa regione può risorgere.” Queste le parole rilasciate su un post social del deputato regionale, Ismaele La Vardera sulle parole del segretario di Azione Carlo Calenda.
“Carlo Calenda vuole colpire proprio i siciliani che, purtroppo, lo hanno eletto, e si permette di dichiarare che in Sicilia lo Statuto speciale va abolito. Un’affermazione grave, che dimostra una visione semplicistica e superficiale dei problemi dell’Isola. Lo Statuto speciale non è una ‘iattura’, ma il frutto di battaglie storiche per l’autonomia e l’autodeterminazione. Se oggi la sanità siciliana ha delle criticità, la colpa non è dello Statuto, ma di una gestione politica che spesso è stata inadeguata, anche per scelte imposte da Roma”. Lo dichiara Stefano Cirillo, segretario regionale della DC.